sabato 23 marzo 2013

E’ arrivato il giorno previsto da Einstein ……


E’ arrivato il giorno previsto da Einstein ……

Una tazza di caffè
Due chiacchiere al ristorante
Godendo la bellezza del Museo
Un piacevole incontro in caffetteria
Una giornata in spiaggia
Facendo il tifo allo stadio
Divertirsi con la fidanzata
Godersi la città a bordo della decapottabile
Albert Einstein: “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”.
NON SARA’ CHE QUEL GIORNO E’ GIA’ ARRIVATO ?


tratto da: http://lilla1979.wordpress.com/

lunedì 11 marzo 2013

La suite con idromassaggio e infermiera privata per Silvio, autoesiliatosi in ospedale in attesa di un volo per Hammamet

BERLUSCONI: RICOVERATO IN APPARTAMENTO 200 MQ (ANSA) – MILANO, 10 MAR – Silvio Berlusconi, attualmente ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano per uveite, si trova nel settore D, in un appartamento di 200 metri quadri. Secondo quanto si è appreso da alcune fonti ospedaliere, l’appartamento è dotato di ogni comfort, e offre una sala riunioni con tavolo, sedie e telefono, cucina, stanza per una infermiera privata, cabina armadio e bagno dotato di doccia idromassaggio e vasca ovale, in una stanza sagomata intorno alla vasca. L’appartamento si trova in uno dei settori dedicato ai pazienti solventi. (ANSA).

Adolf Hitler e Beppe Grillo

Girano in rete testi di discorsi di Hitler precedenti il suo avvento al potere del tutto simili financo nelle parole. Gli attacchi che Hitler faceva ai partiti ed alla inconcludente classe dirigente di Weimar non sono diversi da quelli che Grillo ha fatto a Bersani, Napolitano, Berlusconi.
Ritengo assolutamente sbagliata ed inaccettabile questa similitudine che a prima vista sembra convincente e suggestiva. Per quanto l’Italia di Monti sia simile per molti aspetti alla Germania di Weimar non si può dire che le situazioni siano le stesse o che debbano avere lo stesso svolgimento.
I discorsi di Hitler erano supportati da un partito violento e sanguinario che seminò la morte e l’orrore ben prima di arrivare al potere. Professori che venivao gettati dalle finestre, ebrei che venivano pestati a morti per le strade, comunisti e socialisti che venivano uccisi sotto gli occhi indifferenti e spesso complici di una polizia che teneva il sacco ad Hitler come l’Esercito dei Savoia tenne il sacco a Mussolini.
Ci furono trecentomila morti. Nessuno oppositore sopravvisse e giunse sano e salvo oltre la strepitosa vittoria elettorale di Hitler.
Il movimento dei grillini non è un movimento violento. L’Italia non è devastata da scorrerie di nazisti ma dalla disperazione. La gente si uccide perchè ha perso le fonti di sussistenza, Ma non c’è niente che possa assolutamente accostare i gruppi dei grillini alle SS, alle camicie brune.
Il movimento Cinque Stelle appare ed è come un movimento pacifico fatto di gente mite.
Sbaglia Grillo ad aprire a Casa Pound e sbaglia a dire che è il suo successo è alternativo alla violenza. Sbaglia ancora quando chiede il 100 per cento dei voti e quando ritiene di dovere provocare nuove elezioni con il suo atteggiamento di deresponsabilizzazione.
Ma i grillini non somigliano per niente alle camicie brune e neppure ai leghisti e non mi sembra giusto dipingerli come il diavolo.


Indagata la neodeputata Gullo: è la prima del nuovo Parlamento


La prima parlamentare indagata è Maria Tindara Gullo, eletta con il Pd in Sicilia. Il suo nome risulta tra quelli degli indagati nell’inchiesta “Fake”, sfociata ieri nell’arresto di sette persone, compreso il padre della deputata, che è accusata di falso ideologico. Le persone coinvolte nella maxi-indagine della polizia sono 156, accusate, a vario titolo, di falso ideologico e soppressione di atti d’ufficio, voto di scambio, associazione a delinquere e truffa aggravata.
Secondo gli inquirenti la Gullo, nel gennaio del 2011, a pochi mesi dalle elezioni amministrative nelle quali era candidata al consiglio comunale, avrebbe falsamente dichiarato di essere residente a Patti, in un’abitazione di proprietà del padre, l’ex vice sindaco Francesco Gullo, uno degli arrestati. Dalle indagini sarebbe emerso, invece, che la Gullo, insieme al marito e alla figlia, anch’essi trasferitisi fittiziamente, non si sarebbe mai mossa dalla sua residenza nel vicino comune di Montagnareale. Anche Luigi Gullo, consigliere provinciale del Pd e candidato sindaco alle amministrative di Patti del 2011, cugino della parlamentare e nipote del vice sindaco, risulta indagato con l’accusa di associazione a delinquere.
Lunedì sono in programma, dinanzi al gip del tribunale di Patti (Messina) Onofrio Laudadio, gli interrogatori di garanzia. Nell’ambito della stessa inchiesta sono stati sottoposti a divieto di dimoradue consiglieri comunali di area Pd, mentre un ispettore di polizia municipale, un ex consigliere comunale e un geometra, sono stati sottoposti a obbligo di dimora.
Il Pd ha già sospeso dal partito gli iscritti destinatari dei provvedimenti cautelari. “Nei prossimi giorni – si legge in una nota della segretaria provinciale del Pd di Messina – la segreteria provvederà a nominare un commissario per il circolo del Pd a Patti peraltro, richiesto dallo stesso segretario del circolo. La commissione di garanzia del Pd valuterà nei prossimi giorni se sarà necessario assumere altre decisioni. Il Pd esprime piena fiducia nella magistratura nell’accertamento dei fatti”.

Berlusconi tentò di adescare la giovanissima neodeputata grillina

L'occhio vigile dell'anziano leader del PDL cadde sulla giovane fanciulla presente al suo comizio. Mandò subito una guardia del corpo a farsi dare il numero del suo cellulare.
Ma lei non finì tra le fila delle olgettine a fare bungabunga, ma dopo anni se la ritroverà in parlamento, tra le fila del movimento 5 stelle!
http://www.tropeaedintorni.it/DalilaNesciBerlusconiReggio.htm

Seguo sempre le vicende politiche a Reggio c’era Berlusconi personaggio che ritengo molto carismatico
Lei è Dalila Nesci, 20 anni, liceo classico “P. Galluppi” alle spalle, oggi studentessa presso l’Università di Reggio Calabria dove frequenta la facoltà di Giurisprudenza.

di Vittoria Saccà
foto archivio tropeaedintorni.it

Tropea -  Sul Messaggero, sull’Unità e su altre testate nazionali, la visita a Reggio Calabria di Silvio Berlusconi ha trovato la sua chicca nel tentativo di gossip da parte dei giornalisti ai quali non è sfuggito il momento in cui il Cavaliere ha scambiato qualche parola con Dalila, “graziosa brunetta, di 20 anni, di Tropea”  sussurrandole <>  Un’esperienza del tutto particolare per la giovane tropeana che noi abbiamo rintracciato per sentire dalla sua voce quali sensazioni ha provato soprattutto nei momenti in cui è stata raggiunta dalla body gard di Berlusconi per chiederle il suo numero di telefono e particolarmente dai giornalisti in preda alla più forte curiosità.
“Se cercavano lo scandalo – ci dice – questo non c’è stato. Volevano farmi dire cose non vere. Ed io mi sono guardata bene dal fare dichiarazioni”.
Lei è Dalila Nesci, 20 anni, liceo classico “P. Galluppi” alle spalle, oggi studentessa presso l’Università di Reggio Calabria dove frequenta la facoltà di Giurisprudenza. Ci racconta che vivendo il suo tempo universitario nella città dello stretto, ha trovato giusto andare ad assistere al comizio dell’ex Presidente del Consiglio.
“Il mio intento era quello di partecipare all’evento. Di esserci. Poi c’era Berlusconi, personaggio che ritengo molto carismatico, al di là delle sue idee. E volevo solo scoprire il Berlusconi come uomo politico”.
Nell’ambito della sua città, Tropea, Dalila segue sempre le vicende politiche dove si sente più informata  che non a livello nazionale. Come ogni giovane coscienzioso, dice che ancora non ha un’idea politica precisa e che sta lentamente informandosi per avere orizzonti più chiari in merito.
“Per me non esiste una destra o una sinistra, perché il confine è labilissimo. Penso che bisogna fare affidamento sugli ideali  che si hanno e cercare di raggiungerli. Per raggiungerli bisogna conoscere anche la realtà del proprio territorio. Sono ancora alla ricerca di un partito nel quale si rispecchiano le mie idee. Oggi come oggi, io, come pure i miei colleghi, siamo disgustati dalla politica. Ciò che abbiamo è un forte senso negativo”. Sulla base di questa affermazione, Dalila prosegue evidenziando l’importanza della partecipazione ad incontri come quello di Reggio Calabria, proprio come punto d’inizio per cominciare a formarsi una coscienza e poter discernere una propria strada nell’intricato mondo dei partiti.
“Se io quel giorno mi trovavo lì – dice infatti –  sono andata perché volevo capire, per non continuare sul sentito dire. Berlusconi, poi, attira, perché è un personaggio che segna e segnerà la storia nella vicenda politica italiana”.

Si dice che ti abbia dato un biglietto
“Non c’è stato alcun biglietto. Ribadisco che è stato un incontro fortuito. Io ero là ad ascoltarlo, lui si è avvicinato”. 

Cosa ti ha sussurrato nell’orecchio.
“Mi ha domandato se facevo politica. Probabilmente perché ha notato la mia attenzione al suo discorso. Io non ho niente da nascondere, ho ricevuto l’attenzione di Berlusconi che, sicuramente, mi lusinga, ma al di là di questo…”

E’ vero che ha voluto da te il numero di telefono?
“Si, ha mandato la sua guardia del corpo per chiedermelo”.

Aspetti una sua telefonata?
“Non l’aspetto proprio. Ho i miei interessi, studio, frequento giurisprudenza e seguo la mia strada. Sono molto razionale e ho già messo da parte l’euforia del momento, con il gossip, con l’assalto dei giornalisti. Dopo l’evento, invece, mi rimprovero per non aver sfruttato meglio l’occasione. Avendo avuto la sua attenzione, avrei potuto aprire il discorso su alcune problematiche giovanili. L’università, per esempio. Se le nostre università in Calabria non funzionano come dovrebbero, ecco la famosa fuga dei cervelli, una cosa che mi tocca profondamente. Io non ho voluto andare da nessuna parte per gli studi universitari, né a Roma, né altrove, perché ho voluto restare nella mia terra. I politici dicono tanto d’interessarsi a noi giovani ma poi non tengono nella giusta considerazione l’importanza delle Università”.

In futuro, comunque, la giovane Dalila vorrà far parte del mondo politico interessandosi del sociale in generale. Già quando militava negli scout, ha portato avanti un’interessante inchiesta sul fenomeno mafioso nella zona. Con quale partito si schiererà ancora non si sa perché dichiara di non averne scelto nessuno. Entrerà in politica quando si sentirà abbastanza preparata.
Così, una giovane universitaria, che cercava solo di capire qualcosa di più del mondo della politica, si è trovata coinvolta, suo malgrado, in un’avventura dalla quale, comunque, lei non si è lasciata travolgere; testa sulle spalle e occhio vigile verso il suo futuro.


Il report segreto sugli sprechi in casa PD: 300 dipendenti, superstipendi e segretarie per tutti

«Fino alla fine mi comporterò come un bravo soldatino»: Matteo Renzi aveva avvisato delle sue intenzioni i parlamentari amici, soprattutto quelli che mordevano il freno, e che lo avrebbero preferito meno ligio ai doveri di partito. Aveva spiegato una, due, tre volte che non avrebbe indossato i panni del pugnalatore di Bersani. Ma aveva detto loro anche altro: che finita la partita elettorale, quando la situazione si sarebbe stabilizzata, lui non sarebbe rimasto fermo. E il sindaco di Firenze ha tenuto fede alle promesse fatte.

Ha lasciato chiaramente intendere che, una volta esaurito il tentativo del segretario di metter su un governo (tentativo su cui non scommette un euro ma che non ostacolerà) si riprenderà la libertà di parola e di azione. Renzi sa che la partita che si apre adesso è complessa. Il pericolo - lo ha ammesso lui stesso - è quello di farsi «fagocitare» dai maggiorenti del Pd. Ma è un rischio che il primo cittadino del capoluogo toscano non pensa di correre. Prima di tutto perché non metterà bocca nei giochi interni. Non si spenderà a favore delle ipotesi che circolano in queste ore nel partito. Né le ostacolerà.

Liberi i parlamentari del Pd di votare come capogruppo alla Camera Enrico Letta e come presidente dei senatori Maurizio Migliavacca. Liberi i big del partito di offrirgli delle vice presidenze dei gruppi. Libero lui di non farsi mettere in mezzo in questi giochi e giochini di palazzo. Sempre per evitare di venir risucchiato nelle spire di un partito in affanno, Renzi che dà ormai per «morto» il tentativo di Bersani presso i grillini, tifa per le elezioni in tempi ravvicinati.

Se voto ha da essere, che sia in ottobre, e persino a giugno basta che non si tenga a febbraio o a marzo del prossimo anno. Già, perché se così fosse andrebbe inevitabilmente a incrociarsi con il congresso del Pd. Esattamente ciò che Renzi non vuole. Il sindaco non intende farsi mettere in mezzo alle dinamiche precongressuali del partito, vuole tenersi lontano da tutto ciò, perché sa che se così non fosse, allora sì che verrebbe «fagocitato» e la sua candidatura alla premiership finirebbe per apparire l'ennesimo espediente dei maggiorenti del Pd per salvare il loro ruolo.

Con le elezioni a ottobre Renzi avrebbe gioco facile nel proporre di rinviare il congresso (che per statuto dovrebbe tenersi appunto nell'autunno di quest'anno) causa primarie e voto. Con le consultazioni in febbraio, invece, questo slittamento non riuscirebbe e il sindaco rottamatore sarebbe costretto a entrare nella dialettica congressuale del partito. E invece è proprio sulla sua funzione di politico avulso dall'apparato che Renzi vuole giocarsi le sue chance prossime future. Non è casuale, in questo senso, il suo insistere sull'abolizione del finanziamento pubblico.

Sarà questa la sua nuova, grande, battaglia: un tormentose incessante per mettere con le spalle al muro i maggiorenti del Pd e dimostrare che certi temi «non li ha inventati Grillo». Proprio per questo qualche tempo fa il sindaco di Firenze si è fatto fare da un «amico» fidato uno studio sulla situazione del partito. Situazione che lo ha lasciato di stucco. I dipendenti del Pd nazionale sono più di 180, tra quelli a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Una pletora di segretarie, segretari, impiegate e impiegati, tutti remunerati.

Di più: ad alcuni viene anche pagata la casa. Nel «report» in questione si trovano dei numeri impressionanti: 14 persone all'ufficio stampa del partito, tre persone addette solo a Rosy Bindi, che ha anche un aiuto alla Camera e una portavoce che, è scritto nel rapporto, «non si è capito chi paga».

Il meno importante dei dirigenti del Pd ha almeno due segretarie e 3.500 euro di stipendio. Che lievitano se ti chiami Nico Stumpo, e sotto di te, nel settore organizzativo del Pd, guidi otto persone tra segretari, funzionari e collaboratori. Nel rapporto si fanno le pulci a tutti, al direttore di Youdem, la pasionaria di Bersani Chiara Geloni, a Matteo Orfini, al tesoriere Antonio Misiani: un lungo elenco di nomi, con accanto retribuzione, eventuali secondi contratti e precisazioni sui costi dell'alloggio.

É questo il motivo, dicono i renziani, per cui il Pd non potrà mai scavalcare il sindaco nella battaglia contro il finanziamento. Anche perché, tra l'altro, nelle ultime stime fatte, quelle del 2010, il partito aveva in Parlamento 102 dipendenti per la modica cifra complessiva di otto milioni di euro. Sono cifre che hanno lasciato di sasso il sindaco e lo hanno convinto ancora di più a combattere la battaglia per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.

Maria Teresa Meli